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La patologia dell'orecchio interno che provoca una condizione nota come "perdita di udito nascosta" è stata analizzata da una ricerca del centro Massachusetts Eye and Ear, affiliato alla Harvard Medical School e pubblicata online su ‘PLoS ONE'. Dall'analisi dell'udito di giovani universitari è emerso che la capacità di comprendere un discorso in ambienti silenziosi era la stessa in tutti i soggetti, ma nel gruppo di partecipanti esposti più di frequente al rumore si notava una ridotta risposta del nervo uditivo e, parallelamente, maggiore difficoltà ad afferrare le parole in ambienti rumorosi. Questo problema non era presente in chi usava protezioni acustiche quando si esponeva a forti rumori. I ricercatori hanno quindi iniziato a sviluppare sistemi più sensibili per migliorare la diagnosi e aiutare lo sviluppo di terapie per diversi problemi dell'udito come acufene (ronzio nelle orecchie) e iperacusia (eccessiva sensibilità al rumore).

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Per la prima volta in Italia, presso la clinica Mater Dei di Roma, è operativa la "Tac turbo": una scansione rapida con una riduzione di radiazioni fino al 90 per cento. Con la nuova modalità di acquisizione detta Turbo Flash, infatti, è possibile eseguire una scansione del torace in 0,4 secondi (contro i 5 dei metodi precedenti) e una scansione del cuore in 0,15 secondi, meno di un battito cardiaco. La Tac diventa così più accessibile anche per i pazienti "difficili" come bambini e anziani. La velocità consente di catturare le immagini più dettagliatamente, soprattutto di organi in movimento come il cuore.

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Secondo una recente ricerca dell'Università della Florida, pubblicata su American Journal of Physiology - Endocrinology and Metabolism, l'esercizio fisico, oltre che per mantenersi in forma, sarebbe utile anche contro i tumori. Fare sport, infatti, rilascia un ormone, l'irisina, che aiuta geni e proteine a ‘convertire' i grassi cattivi in grassi buoni ed energia, impedendo al tempo stesso la formazione di tessuto grasso. In più rende le ossa più forti e migliora il sistema cardiovascolare. Per giungere a queste conclusioni i ricercatori hanno raccolto le cellule di grasso donate da 28 pazienti che avevano avuto un intervento chirurgico di riduzione del seno.  

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